Mentre si accendono le polemiche sul decreto relativo alla riforma dei test TOLC e, con la pubblicazione della graduatoria di merito nazionale, aumentano le segnalazioni di irregolarità legate al test di ingresso a medicina e odontoiatria, soprattutto con riferimento ai punteggi, arrivano buone notizie per un gruppo di studenti dai Tribunali.

Studenti ammessi a Medicina dopo il ricorso

Infatti, con la sentenza 8213/22 del Consiglio di Stato è stata dichiarata la definitiva ammissione alla facoltà di un gruppo di studenti che aveva contestato la graduatoria relativa all’anno accademico 2018/2019.

Il ricorso al Consiglio di Stato traeva origine dalla contestazione di una sentenza del TAR Lazio, con la quale era stato dichiarato inammissibile il ricorso proposto per l’annullamento del D.M. 337/18 (cioè il bando che definiva le modalità per l’accesso a medicina per l’a. a. 2018/2019). In quella sede, con separato provvedimento, il TAR aveva negato anche la sospensiva.

In relazione alla sospensiva era stato fatto tempestivo ricorso e il Consiglio di Stato aveva accolto la domanda, permettendo così già nel 2019 ai ragazzi di iscriversi con riserva alla facoltà di medicina. Successivamente il TAR Lazio aveva rigettato nel merito la domanda.

A questo punto il ricorso in appello al Consiglio di Stato era essenziale perché gli studenti che nel frattempo avevano avviato un proficuo percorso accademico rischiavano di veder sfumare sogni e fatiche degli ultimi tre anni.

Le finalità del numero chiuso coerenti con l’accesso degli studenti

Il Consiglio di Stato nella sentenza ha innanzitutto precisato che il numero chiuso risponde ad una duplice finalità:

  • dare modo agli atenei di offrire un’offerta formativa di qualità compatibile con le strutture e le risorse dei singoli atenei;
  • assicurare l’accesso all’università a soggetti che abbiano le attitudini e le competenze per portare avanti in maniera proficua il percorso accademico.

Nel caso specifico, poiché la presenza degli studenti non aveva determinato problematiche logistiche e/o pratiche di alcune tipo e avendo gli studenti dato prova di avere tutte le abilità e le competenze per frequentare la facoltà di medicina, era evidente che le due finalità citate erano state pienamente rispettate.

La sentenza favorevole del Consiglio di Stato

Nel provvedimento l’organo giudicante ha stabilito dunque che il percorso accademico degli studenti dovesse necessariamente proseguire definitivamente e che questo fosse in linea non solo con il principio di conservazione degli atti giuridici, ma anche con il soddisfacimento dell’interesse pubblico legato al fabbisogno di professionalità nel nostro sistema sociale e produttivo, citato peraltro anche nella normativa che ha istituito il numero chiuso (l. 264/1999).

Dunque, permettere agli studenti di entrare non solo è giuridicamente corretto, ma è doveroso nei confronti della società civile. E infatti, la questione della carenza di professionisti sanitari è ormai nota non solo nell’ambito delle istituzioni di categoria e delle aziende sanitarie, ma anche ai singoli cittadini che subiscono tutti i giorni i disagi di una sanità in cui manca personale.

Gli studenti hanno dimostrato nel corso di questi anni di meritare la frequenza al corso, aldilà del risultato non pienamente positivo del test, peraltro, viziato da irregolarità e problematiche in merito ad alcune domande.

Ed infatti il Consiglio di Stato ha specificato che “deve ritenersi meritevole di tutela da parte dell’ordinamento giuridico l’interesse a che gli esami non si svolgano inutilmente e che la durata dei processi non ne renda incerto l’esito, frustrando le legittime aspettative del privato, che abbia superato le prove di esame”.  Dunque, le carenze del sistema giudiziario non possono pregiudicare il legittimo diritto allo studio di questi aspiranti medici.

Il supporto di Consulcesi

La vicenda giudiziaria di questi ragazzi che hanno lottato per il loro diritto a frequentare la facoltà di medicina si è conclusa favorevolmente, grazie al supporto dei legali di Consulcesi e alla tenacia di questi studenti che hanno saputo dimostrare il loro valore e l’inadeguatezza del test che li aveva esclusi dalla facoltà di medicina e odontoiatria.

Dunque, in attesa di una riforma completa ed efficace, i Tribunali continuano ad essere ancora oggi l’unico luogo ove il diritto allo studio viene concretamente riconosciuto.

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