Molti sognano di fare i medici, ma il numero chiuso è un impedimento

Fare il medico è il sogno di tante ragazze e ragazzi italiani. Tra i banchi di scuola è una delle professioni che si insegue di più, con impegno e dedizione nello studio. Unico scoglio resta il test con i suoi posti limitati. Sono anni che in Italia si protesta per l’abolizione del numero chiuso a Medicina, ma la pandemia ne ha più che mai sottolineato l’urgenza. I medici cominciano a scarseggiare.

I numeri del Ssn e il picco di pensioni

Nel 2017 il Ministero della Salute conteggiava 104.979 medici assunti nel Ssn, con un calo di 3.401 unità rispetto al 2021. Nel 2018 Anaao registrava una carenza di 6.200 medici e 2mila dirigenti sanitari rispetto al 2009. La situazione d’emergenza generata dal Covid ha inasprito numeri già preoccupanti, anche perché è esplosa in compresenza con il punto più alto della curva pensionistica dei professionisti sanitari. Circa 7mila quiescenze all’anno.

Non si tratta neppure di pensioni “non necessarie”. L’Italia è infatti il paese europeo con una delle età medie più alte tra i medici. Tra 2019 e 2023 si è perciò prefigurato un deficit enorme, creato dagli oltre 32mila pensionamenti contrapposti agli appena 22mila nuovi specialisti che sceglieranno il Ssn. Questo senza considerare le forze che dovranno essere dedicate solo all’assistenza Covid, stimate intorno ai 4mila specialisti.

L’imbuto formativo, cos’è e perché si teme

Di fronte a questi numeri ci si chiede che senso abbia ritardare ancora l’abolizione del numero chiuso al test di Medicina. Considerando anche che i prossimi anni continueranno ad essere difficili per i medici e richiederanno tutta la forza lavoro possibile. Non racconteremmo tutta la storia se non parlassimo anche dell’imbuto formativo, ovvero di quel limbo nel quale restano “imprigionati” quei neo-laureati in medicina che non riescono ad accedere alla specialistica. La conseguenza, secondo Anaao, di un “decennio fallimentare nella programmazione dei fabbisogni specialistici”.

Abolizione del numero chiuso a Medicina: una nuova strada

Nel 2020-21 si è tentato di aggiustare il tiro, trasformando i 7.500 posti in specialistica del 2012 in 13mila. Ma non è ancora sufficiente. I medici servono e alcune specializzazioni sono da anni sotto popolate, lasciando fuori giovani motivati che devono accontentarsi del precariato. L’abolizione del numero chiuso a Medicina può essere il primo step per rivoluzionare il sistema sanitario e per portare l’Italia verso una nuova strada. Una strada fatta di meritocrazia che dà a tutti la possibilità di realizzare il proprio sogno.