Il 6 settembre per oltre 65 mila studenti in tutta Italia si sono tenute le prove per l’accesso alla facoltà di medicina e odontoiatria e, ancora una volta, i cambiamenti necessari a adeguare un sistema di accesso ormai desueto e fallace non sono avvenuti e i pochi che ci sono stati non hanno cambiato nulla o, addirittura, hanno peggiorato la situazione.

Ormai da anni il test per l’accesso alla facoltà di medicina e odontoiatria è oggetto di critiche in relazione ai contenuti e alle modalità, evidenziati anche quest’anno dai commenti degli studenti candidati. Per molti un banale esame a crocette non sarebbe idoneo per comprendere se uno studente abbia o meno le potenzialità per diventare un medico, ma sarebbe necessario un sistema che verifichi strada facendo l’acquisizione delle competenze nei primi anni di corso di laurea, per testare le potenzialità durante il percorso formativo.

Quest’anno doveva essere l’anno della transizione che avrebbe dovuto condurre gli studenti verso la riforma e che avrebbe dovuto cambiare il sistema d’accesso e migliorare la selezione, ma le novità sono state poche e poco incisive.

Le incognite della riforma

Sulla riforma, la cui definizione è stata conseguenza anche delle rilevanti irregolarità dello scorso anno sulle quali era stata costretta a pronunciarsi la Ministra Messa, grava un grosso punto interrogativo perché è stata avviata da un governo che non la porterà a compimento e, dunque, non ci sono al momento garanzie sulla sua  reale operatività, se non quelle riportate nel decreto ministeriale 583 del 24 giugno 2022 che all’art. 13 ha stabilito l’utilizzo dei test TOLC a partire dal prossimo anno, precisando che la revisione del sistema di accesso sarebbe stata rinviata ad un ulteriore decreto >> Aggiornamento: Pubblicato il decreto sui TOLC, ecco cosa cambierà nel 2023

Se il prossimo governo non avrà la stessa visione della riforma di quello che l’ha avviata che cosa accadrà?

Si rischia, e non sarebbe la prima volta, l’ennesimo pasticcio normativo del quale faranno le spese innanzitutto gli studenti e poi tutta la nazione, visto che al momento siamo già in una grave carenza di medici e il primo passo per risolverla sarebbe proprio quello di una riforma strutturata che parta proprio dall’Università.

Studenti ammessi e fabbisogno nazionale

L’altro tema di riflessione che questo test ha fornito è relativo alle numeriche degli studenti ammessi, per la definizione delle quali oltre a tenere conto della capacità ricettiva degli atenei dovrebbe essere fondamentale l’individuazione del fabbisogno nazionale. Le logiche di calcolo che ormai da anni in molti cercano di ricostruire sono tutt’ora “oscure” e anche quest’anno in molti si sono chiesti come l’esiguo aumento dei posti disponibili possa andare a colmare in futuro le esigenze del servizio sanitario italiano pubblico e privato.

Peraltro, ormai da mesi le aziende sanitarie di tutta l’Italia stanno segnalando la grave emergenza legata alla carenza di medici, che si è maggiormente acuita dopo la pandemia a causa dei turni massacranti: entro il 2027 oltre 35.000 medici di famiglia andranno in pensione.

Dunque, tenendo conto delle esigenze del paese e dell’abbandono fisiologico che si verifica nei primi anni di corso universitario i 14.740 posti disponibili sembrano una goccia nel mare.

Le prime segnalazioni degli studenti sulle irregolarità

In attesa di una riforma strutturata, che peraltro dovrà necessariamente comprendere anche le scuole di specializzazione dell’area sanitaria, altro nodo cruciale del percorso formativo, il test continua ad avere le “solite criticità”.

Già poche ora dopo la conclusione della prova in molti lamentavano l’ambiguità di alcune domande e risposte e la difficoltà soprattutto della parte di biologia adatta ad uno studente di medicina piuttosto che ad uno delle scuole superiori. In alcuni casi poi sono state segnalate irregolarità, a partire dall’utilizzo di dispositivi elettronici da parte di alcuni candidati e il mancato adempimento di alcune procedure previste dal bando per garantire il buon andamento del concorso.

Dunque, al momento per gli aspiranti medici non è cambiato nulla e il test ogni anno somiglia sempre di più ad una lotteria che ad una selezione, ecco perché nelle prossime settimane a seguito delle segnalazioni pervenute, ma soprattutto in relazione alla determinazione non corretta dei posti disponibili verranno avviate delle azioni legali volte ad ottenere l’accesso alla facoltà di medicina e odontoiatria.

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