È cambiata, e continua a cambiare, radicalmente la professione infermieristica. A partire dalla definizione del profilo professionale dell’infermiere nel 1994 (D.M.739) passando per il riconoscimento, “almeno da un punto di vista normativo”, come scrivono gli esperti dell’European Specialist Nurses Organisation nel 2021, della figura del professionista infermiere a cui viene riconosciuta “una autonomia professionale (…) che di fatto ha sancito l’ingresso della professione nel novero delle professioni sanitarie, cancellando il termine “ausiliaria” che non poteva più sposarsi con l’Infermieristica Italiana”. Ad oggi, i nuovi bisogni di una popolazione sempre più anziana, l’aumento delle malattie croniche degenerative, così come anche grazie ad una nuova idea di sanità che vede il rafforzamento dell’assistenza territoriale, fanno sì che la figura dell’infermiere rivesta un ruolo sempre più cruciale nel sistema salute. Un cambiamento che parte proprio dalla facoltà di Scienze Infermieristiche e dai suoi esami. 

Ciononostante, sotto molti aspetti la professione infermieristica in Italia viene ancora sottovalutata e demansionata, scoraggiando le nuove generazioni dall’avvicinarsi a questo importante lavoro. Ad oggi infatti, questi professionisti sanitari chiedono al Governo di vedersi riconosciuti salari più competitivi, in linea con quanto offerto all’estero (Svizzera, Germania e Regno Unito ma non solo), e di intervenire con forza introducendo specifici incentivi, fiscali e di welfare, atti a rendere maggiormente attrattive le professioni sanitarie” al fine di frenare l’esodo dei camici bianchi che da anni affligge il Paese, come ha ribadito anche di recente il segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano. 

In attesa di vedere implementato il cambiamento auspicato dai rappresentanti di categoria, sono migliaia i giovani che ogni anno decidono di tentare il test di ammissione per entrare a Scienze Infermieristiche, consapevoli che l’enorme spirito di sacrificio che viene richiesto con questa professione è compensato con un enorme arricchimento personale e la gratificazione di aiutare il prossimo. In questo articolo guardiamo allora al percorso universitario, non meno privo di sfide, che aspetta gli aspiranti infermieri: dalle materie di studio previste in particolar modo nel primo anno, agli esami più difficili secondo l’opinione di neolaureati, al fine di aiutare gli aspiranti professionisti a farsi un’idea di cosa andranno a studiare e delle possibili difficoltà che incontreranno durante questo corso di laurea. 

Cosa prevede il corso di Laurea in Infermieristica 

Il Corso di Laurea in Infermieristica ha una durata di 3 anni per un totale di 180 Crediti Formativi Universitari (CFU), durante i quali sono previste attività di apprendimento teoriche, pratiche e di tirocinio, propedeutiche e con obbligo di frequenza. Con circa 900 ore di tirocinio ogni anno, “lezioni ed esami sempre dietro l’angolo”, come raccontano molti giovani laureati in forum online, “la difficoltà di questa professione sanitaria non sta tanto nelle materie da studiare durante il percorso accademico, ma nel “reggere e saper gestire lo stress e la stanchezza legata a turni di tirocinio spesso lunghi e impegnativi”. 

“A differenza di quanto accade in medicina, dove i tirocini sono purtroppo solo osservazionali, gli aspiranti infermieri saranno impegnati nell’attività pratica a tutti gli effetti, e non di rado capiterà loro di uscire di casa alle 7:00 del mattino e rientrare alle 20:00”, racconta un altro professionista che aggiunge, “Per contro, gli esami sostenuti non sono particolarmente impegnativi, soprattutto se paragonati ad altre facoltà. Ad esempio, il volume di fisiologia per uno studente di Medicina è voluminoso almeno il triplo di quello di uno studente di professioni sanitarie”. 

Che materie si studiano a Infermieristica 

Tra le materie base del corso di laurea in Infermieristica, quindi che verranno approfondite nel corso del primo anno di Infermieristica ci sono le materie incontrate nel test di ammissione di professioni sanitarie, quindi biologia e chimica, accanto a biochimica, anatomia, istologia e fisiologia. Andando avanti si studieranno poi materie più specifiche, come i vari tipi di infermieristica, chirurgia, igiene, rianimazione o management sanitario.  

Il primo anno di infermieristica

La struttura degli esami dipende dal singolo ateneo ma solitamente ci sono circa 20 esami e 2 esami relativi ai tirocini obbligatori. In generale, il corso di laurea in Infermieristica prevede, accanto alle materie di base che verranno approfondite nella loro applicazione infermieristica, patologia generale, basi dell’assistenza infermieristica, scienze biologiche (tra cui biochimica e genetica) e fisiologiche (fisica applicata, fisiologia, alimentazione e nutrizione umana…).  

Nel primo anno, solitamente è previsto anche l’esame di lingua inglese e lo studio di materie quali psicologia generale e pedagogia, indispensabili per comprendere al meglio lo stato emotivo e psichico dei pazienti e assisterli con empatia ed efficacia. L’esperienza clinica inizia dal primo anno di corso, ovviamente sotto la supervisione di un tutor e dopo aver sperimentato in sicurezza tutte le procedure e le manovre assistenziali in laboratorio e con attività di simulazione.  

Gli esami più difficili di Infermieristica al primo anno

Secondo quanto raccontano molti neolaureati in Infermieristica, tra gli esami più ostici da affrontare nel corso del primo anno ci sono sicuramente Anatomia e Istologia, Patologia Generale e Immunologia e Farmacologia Generale. Per altri invece sono risultati particolarmente difficili materie quali Fisiopatologia e Metodologia Infermieristica.  

Il biennio specialistico

Qualora decideste di frequentare una specialistica dopo la triennale in Infermieristica è bene sapere che ci sono diverse opzioni tra cui poter scegliere. Tra queste: 

  • Infermieristica di sanità pubblica 
  • infermieristica pediatrica 
  • infermieristica in area geriatrica 
  • infermieristica in ambito psichiatrico 
  • infermieristica di area critica. 

Nei bienni specialistici, a cui si accede attraverso un nuovo test di ammissione, si studieranno quindi materie specifiche del tipo di percorso scelto. 

Infermiere: una figura professionale fondamentale e di cui c’è carenza  

Come anche ricordato dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) in occasione della Giornata del Sollievo 2023, in Italia ci sono circa 65mila infermieri in meno rispetto al fabbisogno nazionale stimato. Eppure, questa figura sanitaria è fondamentale nell’assistenza domiciliare, dei pazienti terminali ma non solo. A conferma della loro importanza, anche gli ultimi dati del Ministero della Salute secondo cui nel 2021 “gli infermieri hanno erogato più del triplo di ore di assistenza e accessi per caso delle altre professioni sanitarie: oltre 100mila pazienti terminali assistiti, per il 70% dagli infermieri con oltre 1,6 milioni di ore di assistenza e quasi 2 milioni di accessi”, come racconta Sanità Informazione.