L’oncologia è una specializzazione necessaria perché si occupa dello studio, della diagnosi e del trattamento dei tumori, che rappresentano una delle principali cause di mortalità nel mondo. L’oncologia è fondamentale per garantire ai pazienti affetti da tumore una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, che può salvare vite e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Inoltre, l’oncologia svolge un ruolo importante nella ricerca e nello sviluppo di nuove terapie per combattere il cancro e ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti.  

Purtroppo, nonostante la ricerca scientifica e il progresso medico, ancora oggi specializzarsi in oncologia può rappresentare un’ambizione e una necessità a livello comunitario. Sono i dati a dimostrarlo. 

Alcuni recenti dati 

In Italia, ogni anno, circa 270 mila cittadini sono colpiti dal cancro. Si registra, inoltre, un aumento dell’incidenza delle patologie tumorali a fronte di un decremento della mortalità, di un miglioramento delle cure e di diagnosi precoci. Secondo i dati dell’Indagine ISTAT 2023, in Italia i tumori causano poco meno di un terzo (28% nel 2019) dei decessi totali e rappresentano la seconda causa di morte dopo l’insieme delle malattie del sistema circolatorio. Per il 2023, sono state stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore. Nel post pandemia si è avuta una ondata di casi, se si considera che, in tre anni, l’incremento è stato di 18.400 diagnosi (erano 376.600 nel 2020). Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). E, nel 2022, il livello nazionale ha avuto un calo del 3% della copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici. 

La mission dell’oncologo 

La mission dell’oncologo è, infatti, quella di prevenire, diagnosticare, trattare e curare i pazienti affetti da tumori maligni. L’oncologo si impegna a fornire cure compassionate e basate sulle evidenze scientifiche, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti e di aiutarli a superare la malattia. Inoltre, l’oncologo si impegna nella ricerca e nello sviluppo di nuove terapie e trattamenti per il cancro, con l’obiettivo di migliorare costantemente le cure e i risultati per i pazienti affetti da questa patologia. 

Come si diventa oncologo? 

Per diventare oncologo bisogna seguire un percorso di studi lungo e impegnativo che prevede alcuni passaggi obbligati. In primis, è necessario laurearsi in Medicina e Chirurgia presso una università riconosciuta e ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione. Una volta conseguita la laurea, si deve frequentare una Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica presso una struttura ospedaliera accreditata. La Scuola di Specializzazione in Oncologia Medica viene normalmente conseguita nel corso di 5 anni dopo aver acquisito 300 crediti (CFU). Durante la specializzazione, è necessario svolgere un tirocinio pratico presso reparti di oncologia, strutture di radioterapia e altre specialità correlate per acquisire competenze e abilità specifiche. 

Al termine della specializzazione, si deve sostenere un esame finale che attesti la preparazione e la competenza del medico nel campo dell’oncologia. Una volta superati tutti questi step, si può ottenere la qualifica di oncologo e iniziare a lavorare presso strutture sanitarie pubbliche o private come esperto nel trattamento e nella cura dei pazienti affetti da tumori. 

Quali sbocchi lavorativi sono previsti per gli oncologi? 

Un oncologo medico, una volta specializzato, può intraprendere – anzi continuare – al meglio la sua carriera. Tra gli sbocchi lavorativi per un oncologo, certamente, vanno annoverati: il lavoro in un ospedale o in una clinica come medico oncologo che si occupi di pazienti con cancro, lavorando alle diagnosi e prescrivendo terapie e cure appropriate.  

Tuttavia, il medico oncologo può anche lavorare in un centro di ricerca oncologica per svolgere studi e ricerche cliniche e sviluppare nuove terapie e farmaci per il trattamento del cancro. Oppure potrebbe ritrovarsi a lavorare in un’azienda farmaceutica come consulente medico per aiutare nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci oncologici e ancora insegnare presso una scuola medica o università come docente di oncologia, formando e ispirando futuri medici oncologi. 

Il medico oncologo può espletare la sua professione, impegnandosi, tra l’altro, con organizzazioni non profit o associazioni di pazienti per sensibilizzare sul cancro e fornire supporto ai pazienti e alle loro famiglie o aprire uno studio medico privato come medico oncologo indipendente, offrendo consulenze e trattamenti personalizzati ai pazienti con cancro. Tra le azioni che svolge e i ruoli che ricopre, può essere inclusa anche la partecipazione a conferenze e summit internazionali sull’oncologia per condividere conoscenze e best practices con altri professionisti del settore e far crescere la sua rete, praticando il networking.