Una manifestazione, l’ennesima, di fronte al TAR del Lazio per l’abolizione del numero chiuso a Medicina. Sono stati in tanti a protestare in occasione delle prime udienze di ricorso presentate contro i TOLC di quest’anno e le tante irregolarità registrate. Sono migliaia i giovani aspiranti medici che hanno fatto la scelta di adire un ricorso al Tar del Lazio per la gestione di CISIA delle due sessioni di TOLC.

Lo scorso 25 ottobre, centinaia tra candidati, famiglie e cittadini si sono riuniti davanti alla sede del tribunale amministrativo regionale per chiedere l’abolizione del numero chiuso e una riforma del sistema d’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Professioni Sanitarie. A fare da portavoce del diritto degli studenti in questa manifestazione è stato il Comitato “Aboliamo il numero chiuso” #iononhoimbrogliato, che si è costituito contestualmente alla denuncia di irregolarità e che ha lanciato una petizione che ha superato in meno di un mese 50 mila firme.

Il corteo si poi spostato al Ministero dell’Università e della ricerca dove il Comitato ha consegnato la petizione e le firme raccolte per chiedere un impegno concreto per garantire il diritto allo studio e il diritto alla salute di tutti i cittadini.

Una lotta portata avanti anche da Consulcesi che con il suo team legale da anni assiste gli studenti per far valere i loro diritti, ribadendo la necessità di una riforma concreta ed efficiente che veda finalmente l’abolizione del numero chiuso. 

L’accesso a numero chiuso rappresenta oggi un limite di accesso alla professione: l’introduzione del numero chiuso ha limitato l’accesso agli studi di Medicina, creando una forte competizione per un numero limitato di posti disponibili. Questo ha reso difficile per gli studenti meritevoli, accedere alla facoltà di Medicina e comporta un abbassamento della qualità dei nuovi professionisti medici, i quali sono vessati da turni massacranti e obblighi in itinere che rappresentano motivi ostativi alla formazione continua e alla crescita professionale appassionata per ciascuno di loro. 

Da non sottovalutare nemmeno la cosiddetta fuga di cervelli: a causa della situazione precaria nel campo della Medicina in Italia, molti medici sono stati costretti ad emigrare all’estero alla ricerca di opportunità di lavoro migliori. Questa “fuga di cervelli” ha portato a una carenza di medici nel paese e ha causato un indebolimento del sistema sanitario nazionale, il quale come unicum nel mondo, avrebbe invece bisogno di essere valorizzato e incrementato.  

Si assiste oggi alla saturazione di alcune specializzazioni e alla carenza di personale in altre: nonostante la limitazione del numero di posti disponibili, alcune specializzazioni mediche rimangono sovraccariche. Questo crea una situazione in cui alcuni medici specializzati non trovano lavoro, mentre altre specializzazioni sono in grave carenza di personale. 

Se anche tu ti trovi in questa situazione, scrivici per fare ricorso! Il termine scade a breve.