La prova per l’accesso alla facoltà di medicina e chirurgia dell’a.a. 2018/2019 è stata oggetto di numerose segnalazioni in tutta Italia che riportavano episodi poco edificanti: utilizzo di smartphone e altri apparati simili, violazione dell’anonimato dei plichi, e utilizzo di fogli per effettuare i calcoli autorizzato da alcuni e negato da altri, ma probabilmente l’episodio fra tutti che ha fatto più scalpore è quello che riguarda la facoltà di Catania. Dai racconti dei candidati presenti quel giorno sono emerse condotte contrarie alle norme di trasparenza e legalità che dovrebbero caratterizzare tutte le selezioni pubbliche.

 

Le irregolarità durante il test di medicina

Inizialmente  tutti gli studenti sono stati fatti entrare nei locali dove avrebbe dovuto tenersi la prova dopo aver espletato correttamente tutte le operazioni di controllo e identificazione all’ingresso, successivamente, (e da qui le ricostruzioni dei candidati presenti non sempre combaciano con quanto poi dichiarato dall’Ateneo) sembrerebbe che uno membri della commissione abbia rilevato che i condizionatori fossero fuori uso e proposto agli studenti una votazione per il cambio di aula, e che indipendente dall’esito della stessa si fosse deciso per uno spostamento.

I candidati dunque dopo aver espletato le procedure di controllo ed identificazione sono stati fatti uscire per raggiungere il padiglione V delle Ciminiere, potendo tra l’altro optare per due diversi percorsi uno interno ed uno esterno, lungo i quali sostavano in attesa numerose persone che avevano accompagnato i ragazzi. All’ingresso della nuova aula non sono state effettuate nuovamente le procedure di identificazione, ne tanto meno effettuati i controlli di rito nonostante molti candidati ricordino che il metaldetector continuasse a suonare. Dunque, una situazione poco controllata nell’ambito della quale avrebbero potuto essere introdotti telefoni cellulari o addirittura secondo alcuni sarebbero potuti avvenire scambi di persona.

 

I chiarimenti dell’Ateneo catanese

A seguito dunque delle numerose polemiche scoppiate nei giorni successivi al test ed agli annunci di vari studi legali relativi alla possibilità di avviare delle cause collettive per contestare le procedure anomale seguite a Catania, la facoltà ha dichiarato che non si sono assolutamente verificate irregolarità e che i candidati nello spostamento e durante la prova sono stati assiduamente controllati dai Commissari. Effettivamente si era reso necessario un cambio di aula dovuto al malfunzionamento dei condizionatori, nel percorso però non sarebbe stato in nessun caso possibile venire in contatto con estranei, né ai candidati erano stati restituiti gli effetti personali consegnati all’ingresso. Il suono del metaldetector, che tanto scalpore aveva destato durante l’accesso nella nuova aula era dovuto al fatto che non erano stati fatti togliere nuovamente oggetti consentiti come cinte, orologi… proprio perché i Commissari avevano la certezza che i candidati non avrebbero potuto introdurre nulla di non consentito in aula essendo stati sorvegliati per tutto il percorso.

Quelle che si sono verificate a Catania sono indubbiamente circostanze molto particolari e potrebbero non ripetersi nei prossimi anni, ma vanno ad aggiungersi ad un quadro generale dei test di ingresso 2018/2019 per nulla confortante. È ormai evidente che la prova così come è strutturata comporta una serie di limiti e criticità che non possono più essere ignorate e che talvolta pregiudicano l’ingresso a studenti realmente meritevoli. Quest’anno, probabilmente, anche alla luce delle migliaia di segnalazioni relative alla prova dello scorso anno nell’impossibilità di dare seguito alla promessa dell’abolizione del numero chiuso, sono stati aumentati i posti disponibili in quasi tutti gli Atenei, ma la strada per un accesso alla facoltà di medicina e chirurgia veramente meritocratico e senza criticità è ancora lontana.