La Radiologia Interventistica rappresenta uno dei settori più innovativi e in rapida crescita della diagnostica per immagini, combinando tecniche mini-invasive a elevata precisione con l’obiettivo di trattare patologie complesse riducendo rischi e tempi di recupero. Vediamo quali sono i requisiti necessari per intraprendere la specializzazione, il percorso formativo, le competenze acquisite e i numerosi sbocchi professionali, soffermandoci anche sulle opportunità di crescita e sui percorsi avanzati disponibili dopo il conseguimento della specializzazione.

Specializzazione in radiologia interventistica: requisiti per accedere

Per intraprendere il percorso di specializzazione in Radiologia Interventistica è innanzitutto necessario conseguire la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e superare l’Esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione medica. Successivamente, il candidato deve partecipare al concorso nazionale per l’accesso alle Scuole di Specializzazione in Radiodiagnostica, poiché la Radiologia Interventistica è una branca della Radiodiagnostica stessa. Il bando ministeriale prevede che la selezione avvenga in base al punteggio derivante dal voto di laurea e dal tasso di performance al test di ammissione, integrato da eventuali titoli aggiuntivi o curriculum di tirocinio pregresso.

Durata e struttura del percorso formativo

Il corso di specializzazione ha una durata di cinque anni, durante i quali lo specializzando acquisisce una solida formazione teorica e pratica. Il primo biennio è dedicato al tronco comune di Radiodiagnostica, includendo moduli su radiologia tradizionale, tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica (RM), ecografia e medicina nucleare. Dal terzo anno in poi, l’attenzione si sposta sulle tecniche interventistiche, con rotazioni in reparti dedicati e attività pratica su modelli, simulazioni e casi clinici reali.

Competenze e conoscenze acquisite

Al termine del percorso formativo, il radiologo interventista possiede competenze avanzate in:

  • Guida imaging: uso di raggi-X, TC, RM ed ecografia per orientare strumenti percutanei (aghi, cateteri, fili guida).

  • Procedure mini-invasive: embolizzazione, angioplastica, biopsie, drenaggi e trattamenti loco-regionalizzati.

  • Interpretazione diagnostica: capacità di riconoscere patologie vascolari, tumorali e degenerative.

  • Gestione del paziente: valutazione pre- and post-procedura, gestione delle complicanze e radioprotezione.

Sbocchi professionali in ambito ospedaliero e privato

I laureati possono trovare impiego in:

  • Reparti ospedalieri di Radiologia Interventistica in strutture pubbliche e private.

  • Centri diagnostici polispecialistici e cliniche private ad alta tecnologia.

  • Laboratori di ricerca clinica e sperimentale, collaborando a studi su nuovi dispositivi e protocolli.

  • Industria biomedicale, per progettazione e validazione di strumenti interventistici.

  • Docenza universitaria e formazione post-laurea come tutor o responsabili di corsi.

Prospettive di carriera e opportunità di specializzazione avanzata

Dopo la specializzazione, è possibile accedere a Master di I livello o corsi biennali di perfezionamento in aree specifiche come:

  • Neuroradiologia Interventistica (ad es. UniBO Master “Radiologia Vascolare, Interventistica e Neuroradiologia”)

  • Interventistica Muscoloscheletrica (Master MSK con guida TC, RM ed eco).

Questi percorsi consentono di assumere ruoli di coordinamento clinico, dedicarsi alla ricerca traslazionale e sviluppare competenze in nuove tecnologie, come robotica interventistica e terapia ad ultrasuoni focalizzati.