Quanto guadagnano i medici specializzandi nel 2024? È questo uno dei dilemmi per chi, dopo aver ottenuto la laurea in Medicina e Chirurgia, sceglie di intraprendere la strada della scuola di specializzazione. Si tratta di un periodo di formazione che va dai 3 ai 5 anni, a seconda della branca prescelta, durante il quale a tutti gli iscritti viene corrisposta una retribuzione mensile. Scopriamo insieme a quanto ammontano gli importi e quali sono le condizioni e gli oneri fiscali che i medici del futuro devono affrontare.

Quanto (e come) guadagna uno specializzando

Innanzitutto, va specificato che il contratto di specializzazione in medicina è un contratto di formazione. Di conseguenza, esso è più vicino a una borsa di studio che a un classico contratto di lavoro. A corrispondere l’importo mensile, infatti, non sarà l’ospedale dove si opererà ma l’università presso cui si è iscritti. Perciò, a differenza dei medici già specializzati, agli specializzandi non verranno pagate eventuali ore di straordinario, non ci saranno supplementi per i festivi, le notti e non sarà prevista la tredicesima mensilità. In altre parole: lo stipendio sarà uguale ogni mese, a prescindere dal numero di ore lavorate.

Ma di che importi stiamo parlando? Annualmente, uno specializzando in medicina percepisce 25.000 euro lordi: 22.700 di quota fissa e altri 2.300 (che diventano 3.300 a partire dal terzo anno in poi) di quota “variabile”. Lo stipendio mensile, dunque, è pari a 1652,29 euro netti al mese (che diventano 1718,35 euro dal terzo anno in poi).

Impegno orario e ferie

Un medico specializzando è in sostanza un lavoratore full time a cui viene richiesto un impegno pari a 34 ore settimanali più 4 ore settimanali per aggiornamento. Dunque, complessivamente, si tratta di un impegno di 38 ore settimanali. Come accennato, agli specializzandi non vengono economicamente riconosciute le ore di lavoro durante i fine settimana, le festività o le notti.

Sono previste ferie? Sono previsti 30 giorni di assenza giustificata durante l’anno accademico, impropriamente definiti giorni di ferie. Rientrano in questa tipologia di assenza: matrimonio, nascita figlio, lutto, permessi per gravi motivi, ecc. I periodi per la partecipazione a convegni, congressi, corsi, seminari non vanno computati nel periodo di trenta giorni di assenza giustificata, ma devono essere autorizzati dalla Direzione della scuola di specializzazione a cui si è iscritti.

La malattia e la gravidanza vengono pagate?

In caso di malattia o gravidanza, lo specializzando in medicina ha a disposizione 40 giorni lavorativi consecutivi, superati i quali viene sospeso il periodo di formazione con obbligo di recupero dei giorni di assenze registrate. Per esempio, se ci si assenta per 41 giorni, bisognerà recuperare tutti e 41 i giorni di assenza.

In più, se l’assenza supera i 40 giorni e si estende fino al massimo di un anno, lo stipendio dello specializzando viene decurtato della parte variabile. Sarà dunque corrisposta la quota fissa, da cui verranno sottratte le ritenute previdenziali e assistenziali.

Infine, il superamento di un anno di assenza nell’ambito della durata della scuola di specializzazione, è causa di risoluzione anticipata del contratto.

Gli oneri fiscali e finanziari

Ai medici specializzandi vengono applicate tasse obbligatorie che riducono il reddito netto, tra cui:

  • Assicurazione RC Professionale: approssimativamente 600 euro all’anno;
  • Tasse di iscrizione all’Albo Provinciale e Federazione Nazionale: in media, variano tra 100 e 200 euro;
  • Tassa di iscrizione alla Cassa Previdenziale ENPAM: varia da 253,73 euro annui per chi ha meno di 30 anni a 451,10 euro annui per chi ha tra i 30 e i 35 anni;
  • Tassa di iscrizione annuale all’Università: generalmente si attesta tra 1.600 e 2.000 euro annui, ma in alcune università può raggiungere i 3.000 euro. Va aggiunta la tassa per il diritto allo studio, che si aggira intorno ai 150-200 euro;
  • Si aggiunge il costo dell’affitto di un alloggio per chi si trasferisce.

Un medico specializzando può svolgere lavori extra?

Il contratto di specializzazione stabilisce che, per la durata della formazione a tempo pieno, al medico è vietato svolgere attività libero-professionale al di fuori delle strutture assistenziali in cui si sta formando, così come ogni rapporto convenzionale o precario con il Servizio Sanitario Nazionale o enti e istituzioni pubbliche e private. In aggiunta, la partecipazione alla scuola è incompatibile con l’iscrizione contemporanea a più corsi universitari e corsi di alta formazione.

Nel caso in cui lo specializzando sia intenzionato a svolgere un’attività extra mentre si sta formando, le opzioni disponibili sono le seguenti:

  • Fare sostituzioni dei medici di medicina generale convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale;
  • Svolgere attività intramoenia all’interno della stessa struttura in cui ci si sta formando, a condizione che l’Azienda Ospedaliera lo consenta;
  • Iscriversi agli elenchi della guardia medica notturna, festiva e turistica, ma solo nel caso in cui ci sia carenza degli altri medici iscritti.