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Quella del medico è una professione senza dubbio molto rispettata e gratificante, ma comporta anche numerosi fattori di stress. I medici sono responsabili della salute e del benessere dei loro pazienti, ed errori diagnostici o terapeutici possono avere gravi conseguenze, inclusa ovviamente la morte del paziente. Inoltre, il carico di lavoro è spesso intenso, con lunghe ore di lavoro, turni notturni e nei weekend, che possono portare a stanchezza cronica e burnout (uno dei rischi più grandi per la salute dei camici bianchi). I medici spesso vengono costretti dalle situazioni a prendere decisioni rapide e critiche, non raramente avendo informazioni incomplete, che possono avere un impatto significativo sulla vita dei pazienti.
Detto ciò, ogni anno decine e decine di migliaia di giovani prendono parte al test d’ingresso nazionale alla facoltà di Medicina. Questo accade perché il camice bianco ha sempre il suo indubbio fascino: fare il medico offre infatti numerosi vantaggi, tra cui una grande soddisfazione personale e l’opportunità di avere un impatto positivo e concreto sulla vita delle persone. La professione è ben retribuita e offre stabilità lavorativa, oltre che un gran riconoscimento sociale.
Vediamo ora però quali sono i motivi che possono rendere stressante e faticosa la vita del medico.
Percorso formativo e specializzazione
Il percorso universitario e specialistico per diventare medico è il primo aspetto fondamentale che contribuisce allo stress della professione. Il corso di laurea in medicina dura generalmente sei anni e richiede un impegno costante e intensivo nello studio di una vasta gamma di argomenti scientifici e clinici. Gli studenti di medicina devono affrontare esami frequenti e rigorosi, che richiedono una preparazione approfondita e possono generare molta ansia. La specializzazione richiede un’ulteriore intensa formazione sia teorica che pratica. Durante la specializzazione, i medici in formazione assumono progressivamente maggiori responsabilità nella cura dei pazienti, il che può essere fonte di ulteriore stress. Anche dopo aver completato la specializzazione, i medici devono impegnarsi in un apprendimento continuo per mantenere le loro competenze aggiornate e conformi agli standard professionali, attraverso il programma di Educazione Continua in Medicina (obbligatorio per legge).
Stress da pressione emotiva e aspettative
I medici affrontano regolarmente situazioni emotivamente difficili, come la comunicazione di diagnosi gravi, la gestione del dolore e della sofferenza dei pazienti, e il supporto ai familiari durante momenti difficili. Le aspettative dei pazienti e delle loro famiglie possono essere irrealistiche, e i medici devono spesso affrontare richieste esigenti e critiche, anche quando fanno del loro meglio. Inoltre, la gestione di documentazione clinica, assicurazioni sanitarie e regolamenti può aggiungere un notevole carico di lavoro amministrativo, sottraendo tempo alla cura diretta dei pazienti.
Equilibrio vita-lavoro e sfide professionali
Una delle sfide più significative della professione medica è quella di mantenere un equilibrio tra vita professionale e personale. I medici spesso lavorano in un ambiente altamente competitivo e devono eccellere continuamente, pubblicare ricerche e avanzare nella loro carriera. Questo può mettere sotto pressione i professionisti, che devono gestire sia le aspettative dei colleghi sia quelle della famiglia. Ogni giorno presenta nuove sfide imprevedibili, dalle emergenze mediche alle pandemie come quella da Covid, che richiedono adattamento e resilienza costante. Il continuo bilanciamento tra le responsabilità lavorative e le esigenze personali rende la professione medica una delle più impegnative, in quanto richiede una forte resilienza emotiva, fisica e mentale.
Responsabilità professionale e aggressioni
Uno degli aspetti più critici e stressanti del medico è quello della responsabilità professionale. Non tutte le specializzazioni sono sullo stesso piano: ce ne sono alcune molto più esposte di altre a possibili errori che possono impattare in maniera molto negativa sulla salute di un paziente. Non è raro sentire di denunce fatte da pazienti che ritengono di aver subito un episodio di malpratice, o dai familiari di un paziente deceduto a seguito di un intervento. Ciò significa che il professionista deve sempre agire secondo le best pratice e cercando di evitare i possibili errori. È dunque necessario essere coperti da un’assicurazione che protegga il medico nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto. Ciò non toglie che se parte una causa di responsabilità professionale, il medico dovrà passare i successivi anni con la spada di Damocle di un’eventuale condanna sulla testa (anche se ha la coscienza a posto e alla fine verrà assolto).
Legato al tema della responsabilità professionale c’è però un altro problema: quello delle aggressioni al personale sanitario. Purtroppo, negli ultimi anni gli episodi di violenza, verbale e fisica, ai danni dei professionisti che operano nella sanità, sono aumentati fino a diventare quasi un’emergenza. La sofferenza emotiva dei familiari che perdono un caro nel corso di un’operazione, magari molto complessa, se non disperata, può portare gli stessi a cercare un capro espiatorio. Attribuire la colpa al medico, specialmente se la comunicazione è stata inadeguata, forse è la strada più semplice per sfogare la frustrazione.