Dal 2025, il noto test a crocette non sarà più il passaggio obbligato per entrare a Medicina. Grazie al nuovo sistema che debutterà a partire dall’anno accademico 2025/2026, infatti, gli studenti potranno iscriversi liberamente al primo semestre del corso di Laurea, affrontando poi una selezione basata sul superamento di esami e su una graduatoria nazionale. Un cambiamento che punta ad aumentare l’inclusività e l’accessibilità. Ma non tutti condividono l’entusiasmo per la Riforma del test di medicina.

Le preoccupazioni dei medici: selezione più dura e rischio disillusione

Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, ha più volte espresso forti riserve: “Il numero chiuso resta, ma viene solo spostato. Il semestre-filtro lascerà fuori tanti ragazzi dopo sei mesi di studi”. Secondo Anelli, questa modalità rischia di creare un’illusione di accesso, seguita da una brusca esclusione per chi non riuscirà a rientrare tra i migliori. “Il vero problema è per i giovani – ha detto – perché la selezione non sparisce, ma si trasforma in una competizione ancora più dura, dopo un semestre già vissuto da studenti universitari”. Ha sottolineato, inoltre, che il momento giusto per scegliere Medicina è durante il liceo, con una preparazione specifica e consapevole: “Abbiamo già un’esperienza efficace con centinaia di scuole superiori. Quella poteva essere la base per migliorare il sistema di accesso, non questo semestre incerto”.

La voce delle università: rischio sovraffollamento e disservizi

Mentre il Governo e il Ministero dell’Università (MUR) difendono la Riforma come un passo verso una maggiore inclusività, le categorie mediche e accademiche sollevano dubbi concreti. Docenti e Rettori, ad esempio, temono gli effetti sugli Atenei, che non sarebbero pronti ad accogliere un boom di iscrizioni senza un adeguato potenziamento delle infrastrutture e del personale. Le risorse attuali – aule, laboratori, tutor – sono già al limite, e un semestre aperto rischia di danneggiare la qualità della didattica.

Un numero chiuso mascherato? La selezione c’è, ma è posticipata

C’è da dire che il nuovo modello non elimina la selezione, ma la posticipa, rendendola potenzialmente più stressante. I candidati, infatti, dovranno affrontare esami universitari senza sapere se potranno proseguire. Il tema, dunque, non è solo “se” selezionare, ma “quando” e “come”. E la risposta, secondo molti medici, dovrebbe passare per un rafforzamento della preparazione scolastica, non per un’apertura senza filtro che rischia di illudere migliaia di giovani.

Una riforma divisiva da monitorare con attenzione

Il nuovo sistema di accesso alla Facolta di Medicina e Chirurgia rompe una tradizione consolidata, ma le perplessità, tra i sanitari, restano forti. Il timore più diffuso è che, pur cambiando le regole, il risultato finale sia lo stesso: selezione dura, ma con il rischio di disorientare e penalizzare gli studenti. Per i medici e le università, la priorità resta una sola: garantire qualità nella formazione, evitando promesse che potrebbero trasformarsi in illusioni.