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C’è un motivo in più per essere orgogliosi dell’università italiana: per la prima volta, un ateneo del nostro Paese è riuscito a entrare tra le prime 100 università al mondo secondo il prestigioso QS World University Rankings. A firmare l’impresa è il Politecnico di Milano, che conquista il 98° posto nella classifica 2026 su oltre 8.400 istituzioni valutate a livello globale.
Un risultato che segna una svolta storica, frutto di un lavoro lungo e costante negli anni. Basti pensare che dieci anni fa il Politecnico si trovava oltre la 180esima posizione, e che solo nell’ultimo triennio ha scalato ben 41 posizioni. Un’ascesa che premia l’impegno nella ricerca, nell’innovazione e nella collaborazione con il mondo produttivo.
Un successo costruito su qualità, occupabilità e reputazione
A spingere il Politecnico tra le eccellenze mondiali sono stati soprattutto alcuni indicatori chiave:
- La reputazione tra i datori di lavoro, dove ha ottenuto un punteggio di 90.1 su 100
- La reputazione accademica internazionale, con un solido 83.4
- L’ottima performance in termini di occupazione dei laureati
- Il buon posizionamento per impatto delle pubblicazioni scientifiche
In altre parole, il Politecnico è riuscito a distinguersi non solo per la qualità dell’insegnamento e della ricerca, ma anche per la capacità di formare professionisti richiesti nel mercato globale.
L’orgoglio della rettrice e l’effetto traino per tutto il sistema universitario
La soddisfazione è palpabile anche nelle parole della rettrice Donatella Sciuto, che ha definito il traguardo come “un riconoscimento alla qualità del nostro lavoro, ma anche un segnale positivo per l’intero sistema universitario italiano”. Il suo auspicio è che questo successo possa fungere da stimolo per migliorare ulteriormente l’attrattività internazionale delle università italiane.
Oltre al Politecnico, anche altre realtà italiane si difendono bene: la Sapienza di Roma si è posizionata al 128° posto (migliore tra le università generaliste), mentre Bologna, Padova e Torino restano comunque tra le prime 200, a testimonianza di un livello medio-alto della formazione superiore italiana.
Una sfida ancora aperta
Nonostante i buoni risultati, ci sono ancora sfide importanti da affrontare. Gli esperti sottolineano l’importanza di potenziare l’internazionalizzazione, attrarre più studenti e docenti stranieri, investire su strutture moderne e snellire le procedure amministrative che spesso rallentano l’innovazione.
Intanto, l’ingresso del Politecnico di Milano tra le prime 100 università al mondo rappresenta una tappa fondamentale. Un segnale forte: anche l’Italia può competere con i grandi nomi dell’istruzione superiore, e può diventare un punto di riferimento per i giovani che sognano una formazione di qualità, all’avanguardia e sempre più connessa con il mondo del lavoro.