Nell’era digitale, dove tablet e smartphone sono estensioni naturali del corpo, studiare sui libri di testo sembra diventare una sfida crescente per molti giovanissimi. Ma è solo una questione di abitudine o esistono motivazioni più profonde legate al cambiamento nelle modalità di apprendimento? Le difficoltà riscontrate dai ragazzi nell’utilizzo dei libri cartacei tradizionali stanno spingendo insegnanti, genitori ed esperti dell’educazione a riflettere su come cambia il modo di studiare con le nuove generazioni. 

Un cambiamento di approccio allo studio 

Le nuove generazioni, nate e cresciute nell’ecosistema digitale, sono abituate a ricevere stimoli visivi e contenuti rapidi. Video brevi, tutorial interattivi, podcast e piattaforme digitali costituiscono ormai una fetta importante della loro quotidianità, anche nello studio. Di fronte a un manuale scolastico di centinaia di pagine, il senso di fatica può aumentare, non solo per la lunghezza o la densità del testo, ma perché il formato stesso risulta meno coinvolgente e più faticoso da decodificare. 

Quali sono le principali difficoltà? 

Molti studenti lamentano difficoltà nel mantenere la concentrazione davanti a lunghi paragrafi scritti, spesso privi di stimoli visivi o supporti multimediali. Tra i principali ostacoli: 

  • Lentezza della lettura rispetto alla fruizione di contenuti video; 
  • Mancanza di interattività: il libro cartaceo è una fonte di informazione “statica”; 
  • Difficoltà nella comprensione del lessico scolastico, spesso più formale e tecnico; 
  • Scarso allenamento alla lettura prolungata, sostituita da scroll e notifiche. 

Questi fattori, combinati, creano una distanza crescente tra il supporto didattico tradizionale e le aspettative cognitive dei nativi digitali. 

Preferenze di studio: l’ascesa del digitale 

Molti giovani prediligono strumenti alternativi per studiare, come: 

  • Video su YouTube e piattaforme didattiche (Khan Academy, Redooc, WeSchool); 
  • App educative con giochi, quiz e mappe interattive; 
  • Riassunti online e podcast che permettono di apprendere anche “in movimento”; 
  • Forme di collaborazione digitale, come i gruppi studio su Telegram o Discord. 

Questo non significa che i libri non servano più, ma che il loro utilizzo deve essere integrato con strumenti che parlino il linguaggio delle nuove generazioni. 

Una questione di metodo (e di guida) 

La difficoltà dei giovanissimi nel rapportarsi ai testi scolastici può dipendere anche da una mancanza di allenamento e guida nel metodo di studio. Imparare a leggere attivamente, sottolineare, prendere appunti, costruire mappe concettuali non è un processo spontaneo. Richiede tempo, pratica e spesso il supporto di insegnanti o tutor che aiutino a sviluppare competenze di studio efficaci. In quest’ottica, l’educazione alla lettura e alla concentrazione è più che mai necessaria, fin dalla scuola primaria. Insegnare come si affronta un testo scritto, come si ricavano le informazioni chiave, come si collega un concetto all’altro è oggi una priorità, non solo per il rendimento scolastico, ma anche per l’autonomia intellettuale dei futuri adulti. 

Qual è la direzione giusta? 

Non si tratta di abbandonare i libri, ma di ripensarne l’uso e l’interazione. Integrare il cartaceo con il digitale può essere una strada efficace per rendere lo studio più accessibile e coinvolgente. Libri di testo arricchiti da QR code, animazioni o sezioni interattive, così come l’adozione di piattaforme didattiche parallele, possono aiutare a colmare il gap tra i supporti scolastici tradizionali e le esigenze cognitive contemporanee. 

La sfida per la scuola è quella di aggiornarsi senza rinunciare al valore formativo della lettura approfondita e dello studio critico. Perché, nonostante tutto, imparare a riflettere, sintetizzare e ragionare resta il vero obiettivo della formazione. 

Sì, molti giovanissimi fanno più fatica sui libri di testo. Il problema, però, non è il libro in sé, quanto il modo in cui viene presentato e integrato nel percorso educativo. Con un approccio più dinamico, interattivo e guidato, anche la carta può tornare ad appassionare.