Mentre alcune specializzazioni registrano un costante aumento delle preferenze, altre continuano a essere poco scelte o, in certi casi, addirittura evitate. I motivi possono essere molteplici: percezione di condizioni lavorative poco sostenibili, prospettive economiche limitate, carichi emotivi elevati o semplice mancanza di attrattiva tra i giovani medici. 

Nel 2024, il divario tra le specializzazioni più richieste e quelle meno popolari appare ancora marcato. Di seguito, un approfondimento sulle specializzazioni mediche che, pur fondamentali per il buon funzionamento del sistema sanitario, faticano ad attrarre nuovi specializzandi. 

Classifica delle specializzazioni meno scelte nel 2024 

Sulla base dei dati relativi al concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione medica, e considerando l’ordine di preferenza espresso dagli studenti, emerge la seguente graduatoria delle specializzazioni meno richieste: 

  1. Medicina di Comunità e Cure Primarie 
  2. Medicina Legale 
  3. Medicina del Lavoro 
  4. Geriatria 
  5. Igiene e Medicina Preventiva 
  6. Patologia Clinica 
  7. Biochimica Clinica 

Queste specializzazioni tendono a rimanere scoperte in modo ricorrente, con numerosi posti vacanti al termine delle assegnazioni. Nonostante il loro ruolo cruciale nella sanità pubblica e territoriale, faticano a competere in attrattività con discipline più cliniche o ad alto contenuto tecnologico. 

Quali sono le motivazioni?

Le ragioni alla base di questa scarsa attrattività sono eterogenee. In alcuni casi incide l’assenza di una componente clinica diretta, in altri pesa la scarsa visibilità mediatica o accademica. Non va inoltre sottovalutata la percezione, diffusa tra gli studenti, di un minore riconoscimento economico e professionale in queste aree. 

Il fatto che alcune specializzazioni rimangano costantemente poco scelte solleva interrogativi importanti per il futuro della sanità. La distribuzione non uniforme delle preferenze può generare squilibri sistemici, con carenze di personale in settori chiave per la prevenzione, la medicina del territorio e la sanità pubblica. 

Rendere queste discipline più attrattive – attraverso politiche di valorizzazione professionale, revisione degli ordinamenti formativi e maggiore sensibilizzazione durante il percorso universitario – sarà essenziale per garantire un sistema sanitario realmente efficiente, equo e sostenibile.