Sommario
La Medicina di comunità e delle cure primarie è una disciplina clinico‐organizzativa volta a potenziare il primo livello di assistenza del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Grazie a un approccio multidisciplinare — che integra competenze cliniche, sanitarie e manageriali — l’obiettivo è garantire un’assistenza continua, personalizzata e prossima al paziente, in strutture come le Case della Salute, gli Ospedali di Comunità e i Distretti Socio‐Sanitari.
Numeri e tendenze: la crescita della specializzazione
Secondo il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), per l’anno accademico 2024/2025 sono stati stanziati 119 posti nelle Scuole di Specializzazione in Medicina di comunità e cure primarie, con un aumento del 12% rispetto ai 106 posti del biennio 2022/2023. Questo incremento si accompagna a un maggior numero di immatricolati: 28 nel 2024 contro i 22 del 2023, segno di un interesse in crescita tra i futuri medici.
Perché cresce la domanda di specialisti in cure primarie
Negli ultimi anni, diversi elementi hanno contribuito a un significativo aumento della necessità di medici specializzati nelle cure primarie, fondamentali per garantire un’assistenza diffusa e di prossimità. I principali fattori includono:
- Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR): oltre 300 milioni di euro sono stati destinati al potenziamento delle infrastrutture territoriali, con specifici finanziamenti per la formazione di medici di comunità
- Decreto Ministeriale n. 890/2025: introduce un percorso di laurea post‐laurea in Medicina di prossimità, prevedendo borse di studio e incentivi per favorire l’insediamento in aree carenti
- Bisogni demografico‐sanitari: l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche richiedono modelli assistenziali più vicini al territorio, in grado di ridurre ricoveri ospedalieri e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Come diventare specialista in cure primarie: percorso formativo e sedi
La durata del corso di specializzazione è quadriennale e l’accesso avviene tramite concorso nazionale. Tra le principali sedi italiane ci sono:
- Università Cattolica del Sacro Cuore (Policlinico Gemelli): moduli avanzati in sanità pubblica, epidemiologia e management dei servizi territoriali, in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas)
- Università di Padova: focus su diagnosi e cura delle malattie croniche, coordinamento delle reti assistenziali e promozione della salute
- Università di Palermo: curriculum dedicato alla gestione delle emergenze territoriali e alla telemedicina nelle aree rurali.
Skill chiave e opportunità professionali
Lo specialista in Medicina di comunità e delle cure primarie sviluppa un set di competenze fondamentali per garantire un’assistenza territoriale efficace e centrata sul paziente. Tra le abilità acquisite:
- Leadership e coordinamento: gestisce e coordina le Unità Operative di Cure Primarie e le Case della Salute, promuovendo il lavoro di squadra tra medici, infermieri, assistenti sociali e altri professionisti
- Pianificazione assistenziale: progetta e implementa Piani Assistenziali Individuali (PAI), basandosi su linee guida cliniche e dati epidemiologici, per rispondere alle esigenze specifiche di pazienti con patologie croniche o fragilità
- Promozione della salute e prevenzione: organizza campagne di screening e programmi educativi (es. vaccinazioni, stili di vita salutari), rivolti in particolare alle fasce di popolazione a maggior rischio
- Assistenza domiciliare avanzata: coordina interventi sanitari a domicilio, incluse le cure palliative territoriali, per garantire continuità assistenziale anche fuori dall’ospedale.
Opportunità professionali
I neospecialisti trovano sbocchi in diversi contesti legati alla sanità territoriale:
- Aziende Sanitarie Locali (ASL) e Regioni: funzioni di progettazione e supervisione dei servizi di cure primarie
- Agenzie Sanitarie Regionali: attività di analisi dei bisogni sanitari e valutazione dell’efficacia dei programmi
- Organizzazioni Non Governative (ONG): progetti di cooperazione sanitaria internazionale e assistenza nelle comunità vulnerabili
- Enti di ricerca e università: partecipazione a studi clinici e ricerche applicate nel campo della sanità pubblica.
Questo ampio spettro di ruoli riflette l’importanza strategica dello specialista nel rafforzare l’assistenza territoriale e migliorare gli esiti di salute della popolazione.
Ostacoli attuali e prospettive di sviluppo
Nonostante i progressi compiuti, la specializzazione in Medicina di comunità e delle cure primarie affronta ancora diverse sfide organizzative ed economiche che ne rallentano il pieno sviluppo:
- Attrattività economica: l’Accordo Collettivo Nazionale del 4 aprile 2024 ha introdotto nuove tabelle retributive per i medici di medicina generale, ma gli incentivi iniziali restano percepiti come insufficienti rispetto alle responsabilità operative e gestionali del ruolo
- Disparità territoriali: permangono notevoli differenze tra Nord e Sud Italia nell’offerta di tirocini formativi, infrastrutture didattiche e protocolli organizzativi, con regioni come il Lazio che registrano un’alta concentrazione di medici e altre, soprattutto del Sud, che soffrono di carenza di strutture dedicate.
Strategie per il rafforzamento
Per consolidare e rendere più attrattiva la specializzazione, è necessario adottare misure sinergiche a livello nazionale e regionale:
- Rivisitare gli incentivi economici e contrattuali: adeguare le tabelle retributive e prevedere premi di performance legati a obiettivi di salute pubblica, come l’aumento delle coperture vaccinali e la riduzione delle ospedalizzazioni evitabili
- Standardizzare le infrastrutture formative: sviluppare linee guida comuni per i tirocini e gli Stage in tutte le regioni, garantendo pari opportunità di apprendimento e confronto professionale
- Promuovere il valore della disciplina: realizzare campagne informative e workshop nelle facoltà di Medicina per illustrare le potenzialità e il crescente impatto delle cure primarie sulla salute della comunità.
La Medicina di comunità e delle cure primarie costituisce una risorsa strategica per un SSN più sostenibile ed efficiente. Gli investimenti del MUR e del PNRR confermano la volontà di potenziare l’assistenza territoriale, ma solo un impegno continuo su formazione, risorse e riconoscimento professionale potrà garantire un cambiamento duraturo nel paradigma assistenziale italiano.