Se uno studente si è imbattuto in una irregolarità nel corso del test di accesso alle facoltà di Medicina, può ricorrere attraverso noi al TAR per annullare la prova“. Così Sara Saurini, legale Consulcesi, ribadisce la strada da percorrere nel caso in cui un aspirante medico venga bocciato alla prova non per demeriti ma per il mancato rispetto delle procedure e delle indicazioni ministeriali da attuare in sede di test. E di irregolarità, storicamente, ce ne sono state tante. Motivo per cui quello del Numero Chiuso è un sistema che, ad oggi, non sembra riuscire a garantire la regolarità della prova. Sempre più spesso, però, chi subisce questo tipo di ingiustizie, fa ricorso e riesce ad entrare in sovrannumero. Consulcesi, realtà leader nel campo della tutela legale dei camici bianchi – e di chi vuole diventarlo – segue questi casi da anni.
Noi di Consulcesi – spiega l’avvocato Saurini – siamo qui a supportare gli studenti. Purtroppo negli anni passati si sono verificati diversi problemi: violazioni dell’anonimato durante i test, utilizzo dispositivi elettronici e in generale falle in quelle che sono le procedure della gestione del test. Per noi è fondamentale venire a conoscenza di questi elementi. Per questo abbiamo aperto un canale diretto con i candidati sia sui social (con l’hashtag #AccessoNegato) e che sul portale numerochiuso.info.
Oltre a queste due strade, però, uno studente che si rende conto di queste irregolarità può anche adire le vie legali: “Gli studenti – continua Saurini – possono contattarci e queste irregolarità possono essere oggetto di un ricorso presso il TAR funzionale all’annullamento della prova”. Percorso già intrapreso negli anni passati da migliaia di studenti, con ottimi risultati: “Se le violazioni si verificano i ricorsi si vincono e, in generale, ci sono molte motivazioni legate alla questione dei test generali, non solo alle singole violazioni, importanti e rilevanti, che determinano la possibilità di ottenere i risultati positivi e quindi ottenere l’accesso al Numero Chiuso. Con le nostre cause ci stiamo muovendo attraverso il TAR e il Consiglio di Stato, però va detto che quello giudiziario non è l’unico canale, non è l’unico modo col quale si può tentare di risolvere questa situazione. Ecco perché – conclude l’avvocato di Consulcesi – ci siamo attivati anche a livello politico: stiamo portando avanti una serie di iniziative diverse. Tra queste, speriamo di arrivare a breve ad un’interrogazione parlamentare, con lo scopo di ottenere un risultato che duri nel tempo, affinché ogni anno non ci si ritrovi qui ad attendere per supportare gli studenti”.