Continuano le pronunce dei tribunali amministrativi in merito alle irregolarità riscontrate lo scorso 6 settembre in occasione dei test d’ingresso alle facoltà di Medicina e Chirurgia. Nello specifico, il Tar del Lazio, con una nuova pronuncia, il 10 novembre ha confermato quanto già sancito durante il mese di ottobre, quando ha accolto una valanga di ricorsi riguardanti la mancata sottoscrizione della scheda anagrafica.
Il caso è noto già da tempo ma non manca di continuare a sollevare polemiche: il decreto ministeriale 546/2016 messo a punto dal Miur prevede l’annullamento della prova (e, di conseguenza, l’esclusione dalla graduatoria) per tutti i candidati che omettono o dimenticano di sottoscrivere l’apposita scheda anagrafica. Una regola piuttosto rigida e più volte contestata, visto che i singoli test sono contrassegnati da etichette adesive alfanumeriche che consentono appieno di risalire al relativo candidato, indipendentemente dal fatto che indichi le sue generalità o meno. Nonostante le associazioni studentesche abbiano, in diverse occasioni, chiesto al Ministero dell’Istruzione di modificare questa norma, al momento tutto tace e sono le sentenze dei tribunali a fare chiarezza. Diverse centinaia di studenti sono dovuti ricorrere alle vie legali per far valere i loro diritti, e il Tar ha dato loro più volte ragione, sancendo che un mero vizio di forma non può precludere l’accesso alla facoltà di Medicina.
Se da una parte c’è grande soddisfazione per il riconoscimento di un diritto negato, dall’altra non si placa l’animato dibattito sul perché ogni anno si debba riproporre inesorabilmente la diatriba nei tribunali di tutta Italia invece di istituire un tavolo per riformare e – perché no – superare il concetto di numero chiuso per le facoltà medico-sanitarie, almeno così come viene applicato nel nostro Paese. Primi fra tutti Consulcesi, realtà leader nella tutela dei camici bianchi (e degli aspiranti tali), ha da tempo aperto un canale di comunicazione con il Ministero dell’Istruzione e con il Ministro, con l’intento di contribuire a migliorare le condizioni d’esame per i giovani candidati.
Ormai sempre più autorevoli voci chiedono un’autentica svolta nell’accesso alla professione medica: il test, così com’è, è costantemente sotto accusa per le accuse di irregolarità che piovono inesorabilmente ogni anno. I ricorsi sono ormai all’ordine del giorno, e, come nel caso della mancata sottoscrizione della scheda anagrafica, è ormai evidente che l’attuale sistema del numero chiuso è fallace e si deve avere il coraggio di ascoltare le proteste degli studenti.