Quanto guadagnano le università italiane con i test di Medicina? Diversi milioni di euro, oltre 3 nel 2016. I conti li ha fatti Skuola.net e sono tutto sommato semplici da verificare: i 62.695 aspiranti camici bianchi che si contendono gli appena 9.224 posti a disposizione per sostenere il test d’ingresso hanno dovuto versare una tassa d’iscrizione che ammonta a circa 52 euro a testa. Moltiplicando questa somma per l’esercito di candidati distribuiti negli atenei di tutto il Paese, si ottiene una cifra che supera di poco i 3 milioni di euro (3.260.140, per la precisione).

Un calcolo forse al ribasso, considerando che le università nostrane gestiscono in maniera del tutto indipendente questa tassa: come riportato dal quotidiano Cronache di Caserta, si vai dai 10 euro richiesti dalla Bicocca di Milano, ai 50 euro della Federico II, arrivando fino ai 100 euro di Salerno, Vercelli e della Seconda Università di Napoli. Senza considerare che spesso il pagamento si moltiplica perché molti studenti tentano la sorte in diverse sedi, arrivando a spendere somme tali da mettere in difficoltà chi proviene dalle famiglie più modeste.

Un esborso che assume addirittura i contorni amari della beffa per quanti (ovvero la stragrande maggioranza) a breve dovranno fare i conti con il non superamento del test: una brutta notizia, una crudele sconfitta al quale aggiungere l’inutile pagamento dell’imposta richiesta (ovviamente non rimborsabile).

Di un vero e proprio business sulla pelle degli studenti che sognano il camice bianco si parla ormai da anni: al di là di quanto spendono per sostenere la prova d’ingresso – tra tasse e spostamenti per i fuori sede – puntualmente ogni fine estate è polemica sulla questione dei corsi di preparazione.

Un giro di affari che trova fertile humus nel combinato disposto tra la riconosciuta difficoltà dei test di accesso alle facoltà di Medicina e i posti a disposizione in numero costantemente decrescente negli atenei italiani. Non ci sono numeri ufficiali sugli introiti del settore, ma il sospetto è che siano enormi: secondo Università.it, tra manuali e corsi di preparazione si parlerebbe di cifre che vanno dagli 800 ai 4.200 euro per ogni singolo studente.

Se è lecito tentare ogni strada che possa aprire le porte della facoltà tanto agognata, il dubbio etico è quanto sia giusto lucrare sui sogni dei ragazzi, creando evidenti disparità tra studenti con minori e maggiori disparità economiche.